Ogni manuale di istruzioni di un macchinario riporta tutti i dettagli e i suggerimenti per l’uso corretto della macchina, al fine di salvaguardare sia il macchinario che, soprattutto, il suo utilizzatore.
Per l’operatore di macchina dev’essere possibile, in qualunque momento e a prescindere dalla modalità di funzionamento del macchinario, interrompere il lavoro della macchina quando si presenta una situazione di pericolo imminente.
L’arresto in emergenza è una possibilità che il macchinario deve sempre offrire al suo operatore, anche se dispone già di dispositivi di emergenza interni autonomi. L’uomo deve poter prendere il controllo della macchina in qualunque momento, e fermarla di fronte a uno stato di emergenza.
Come funzionano gli arresti di emergenza e come sono classificati all’interno della documentazione tecnica?
Vediamo di seguito cosa suggerisce la Direttiva Macchine in merito all’arresto di emergenza.
Direttiva Macchine: disposizioni sull’arresto di emergenza
La Direttiva Macchine 2006/42/CE parla di arresto di emergenza nel primo allegato, al punto 1.2.4, dove viene riportato che:
“La macchina deve essere munita di uno o più dispositivi di arresto di emergenza, che consentano di evitare situazioni di pericolo che rischino di prodursi nell’imminenza o che si stiano producendo”.
I dispositivi di emergenza devono essere facilmente accessibili e individuabili per l’operatore, e devono essere utilizzati solo nei casi di emergenza, quando non sussistono altre modalità per arrestare una macchina in tempo.
Questo è un fattore molto importante. I pulsanti di emergenza sono infatti dispositivi complementari alla macchina, e non devono essere utilizzati come modalità di arresto frequente, a meno che non vi sia realmente una situazione di pericolo in corso.
Altra peculiarità dell’arresto in emergenza di un macchinario è che, una volta attivato il dispositivo di arresto, la macchina non può in alcun modo riprendere a funzionare, a meno che l’operatore non compia delle manovre specifiche e volontarie atte a rimetterla in moto.
L’arresto quindi non è temporaneo ma permanente, e il macchinario non può essere riavviato in maniera classica. Servono delle combinazioni specifiche per sbloccare l’arresto d’emergenza e rendere di nuovo fruibile il mezzo.
Dal punto 1.4.2 vengono esclusi macchinari in cui l’arresto d’emergenza non è disponibile o per motivi di tempo, qualora fermare la macchina non annullasse anche la condizione di pericolo, o perché, per la natura stessa del macchinario, è impossibile prendere delle misure di precauzione in tempi brevissimi.
Sono esclusi inoltre i macchinari portatili o condotti a mano.
Come funziona un arresto di emergenza
All’interno di un arresto di emergenza distinguiamo quattro tipologie di operazioni di emergenza, che possono essere usate singolarmente o abbinate all’interno di un dispositivo di emergenza del macchinario:
- arresto di emergenza;
- interruzione di emergenza;
- avviamento di emergenza;
- inserzione di emergenza.
Approfondiremo nel paragrafo successivo le prime due voci, spesso utilizzate erroneamente come sinonimi.
Per quanto riguarda le ultime due, invece, possiamo distinguere l’avviamento di emergenza come l’avvio di una manovra specifica sulla macchina volta ad eliminare un’azione pericolosa, e l’inserzione di emergenza come l’induzione dell’alimentazione elettrica in una parte del macchinario da attivare solo in caso di arresto, quindi in presenza di una situazione di pericolo.
Arresto di emergenza o interruzione di emergenza?
Come anticipato, arresto di emergenza e interruzione di emergenza sono due termini spesso sovrapposti, ma che si riferiscono in realtà a due tipologie differenti di operazione di emergenza.
L’arresto di emergenza è una manovra che consente di fermare la macchina durante un movimento pericoloso. La macchina, ancora in funzione, viene arrestata attraverso un dispositivo o un pulsante che interrompe il processo in atto.
Tali dispositivi sono configurati dai costruttori seguendo le norme degli standard UNI EN ISO 13 850. Per questo, come per tutti gli altri componenti della macchina, è necessario ottenere la dichiarazione di conformità per la marcatura CE.
L’interruzione di emergenza è un’azione ugualmente efficace per fermare il macchinario, ma anziché agire sul movimento che sta compiendo, agisce direttamente sull’alimentazione della macchina o di uno dei suoi componenti.
Viene quindi interrotta l’alimentazione elettrica, in particolare se la condizione di pericolo riguarda una perdita o uno sbalzo elettrico che può generare una scossa.
L’operazione di interruzione di emergenza è ben descritta nei suoi aspetti tecnici nella norma IEC 60364-5-53.
Arresto di emergenza: categorie
Il tipo di arresto che viene esercitato su un macchinario costretto a fermarsi per evitare un incidente o uno stato di pericolo determina una delle seguenti tre categorie di arresto:
- categoria di arresto zero: include quelle manovre che prevedono l’interruzione immediata dell’alimentazione elettrica sul macchinario, per scongiurare la continuità del movimento divenuto pericoloso;
- categoria di arresto uno: comprende le manovre che tolgono l’alimentazione elettrica alla macchina o a suoi componenti in maniera graduale, rallentando il suo funzionamento fino al totale arresto;
- categoria di arresto due: è un tipo di arresto controllato che viene eseguito mantenendo attiva l’alimentazione sulla macchina.
L’interruzione di emergenza può rientrare sia nella categoria zero che nella categoria uno, mentre l’arresto di emergenza può rientrare sia nella categoria uno che nella categoria due, a secondo che il fermo al movimento preveda uno stacco dell’alimentazione o semplicemente una deviazione della manovra.
Un buon manuale di istruzioni per operatori di macchina contiene disposizioni sull’arresto di emergenza dei dispositivi in uso. Ricorda che tali indicazioni devono sempre essere presenti, così come indicato sulla Direttiva Macchine, per non incorrere in rischi gravi.