Tra le caratteristiche che i fabbricanti di macchinari devono verificare per rispettare la Direttiva Macchine rientra anche la rumorosità dei macchinari, intesa come l’emissione di rumore proveniente dalla macchina durante il suo utilizzo.
Sulla rumorosità, e sulla sua stessa definizione, sussistono ancora dei dubbi soprattutto da parte dei produttori, i quali sono ritenuti gli unici responsabili in caso di eccessiva rumorosità del macchinario.
A differenza di altri controlli di conformità della sicurezza, in cui l’acquirente è ritenuto responsabile o corresponsabile, il rumore è infatti un problema di esclusiva pertinenza del fabbricante.
Del resto, la riduzione della rumorosità può avvenire solo in fase di progettazione: una volta ultimata la realizzazione del macchinario, non sarebbe possibile diminuire l’emissione sonora in altro modo.
Nel dettaglio, all’interno della Direttiva Macchine 2006/42/CE, valida per l’ottenimento del marchio CE e applicata a livello europeo, è riportato quanto segue:
“La macchina deve essere progettata e costruita in modo tale che i rischi dovuti all’emissione di rumore aereo siano ridotti al livello minimo, tenuto conto del progresso tecnico e della possibilità di disporre di mezzi atti a limitare il rumore, in particolare alla fonte. Il livello dell’emissione di rumore può essere valutato in riferimento ai dati comparativi di emissione di macchine simili”.
La Direttiva cita alcuni elementi fondamentali per la definizione del livello di rumorosità. Il produttore deve:
- utilizzare ogni strumento tecnico a sua disposizione per ridurre il rumore;
- lavorare sulla fonte della rumorosità, ossia sul componente o meccanismo che genera più rumore;
- tenere presente il livello di macchinari già approvati, simili al suo, per adeguarsi allo stesso standard.
Nella Direttiva non è però citato un limite di rumorosità preciso. Dimenticanza, o azione voluta?
Qual è il limite di rumorosità dei macchinari?
Non si tratta affatto di una dimenticanza. Né nella Direttiva Macchine né in altre norme standard è riportato un limite di rumorosità specifico per ogni macchinario; questo limite semplicemente non esiste, poiché nella Direttiva è indicato come obiettivo il raggiungimento del livello più basso di rumorosità possibile per quel macchinario.
In altre parole, al produttore è chiesto di applicare sul macchinario mezzi e strumenti per la riduzione dell’emissione di rumore; basta già dimostrare di averlo fatto, e di aver puntato a minimizzare il rumore prodotto, per trovarsi in linea con quanto indicato nella Direttiva.
A questa norma esiste un’eccezione: all’articolo 12 della Direttiva Macchine 2006/42/CE vengono indicati dei limiti massimi per alcune tipologie di macchine, come per i motocompressori di potenza inferiore a 350 kW, i martelli demolitori manuali, gli argani elettrici per utilizzo in cantiere e altri.
Il fabbricante può basarsi su alcuni standard ISO che forniscono suggerimenti per la realizzazione di macchine con bassa rumorosità: sono le norme UNI EN ISO 11688-1:2009 e UNI EN ISO 11688-2:2002.
Come si misura la rumorosità di un macchinario?
Il livello di emissione di rumore di un macchinario si può misurare attraverso dei test, individuati da due diverse serie ISO.
La prima norma misura la potenza sonora del macchinario, secondo la serie EN ISO 374X, dove la X è un numero da 0 a 7 che indica sette differenti condizioni ambientali in cui misurare l’impatto sonoro del macchinario.
La seconda norma è la serie EN ISO 11200:2014; questa serie valuta la pressione acustica della macchina rispetto al posto operatore e ad altre posizioni indicate sempre all’interno della norma.
Rumorosità macchinari vs esposizione al rumore
Nell’analisi del rumore di una macchina abbiamo indicato due fattori diversi nel precedente paragrafo: la pressione acustica e la potenza acustica.
Sebbene possano sembrare simili, pressione e potenza sono in realtà da considerare singolarmente, benché legati da un rapporto di causa ed effetto.
La potenza acustica è il livello di emissione del suono proprio dei macchinari; è la rilevazione delle vibrazioni emesse in luoghi chiusi o aperti, con differenti caratteristiche, a seconda del tipo di valutazione effettuata.
Resta, però, una proprietà intrinseca del macchinario. La pressione acustica è invece determinata considerando l’esposizione al rumore da parte degli operatori; al centro quindi non è più il macchinario, ma l’influenza acustica che genera sui suoi utilizzatori.
Va da sé che l’impatto della rumorosità su un operatore è segnata da altri fattori, esterni alla macchina: la presenza di altre macchine attive contemporaneamente, la modalità di utilizzo della macchina, il tempo di permanenza, le caratteristiche ambientali.
L’effetto del rumore sulla salute dei lavoratori è regolato in Italia dal decreto legislativo 81/2008; indicazioni utili per la riduzione del livello di rumore possono essere trovare nelle norme UNI EN ISO 11690-1:1998, UNI EN ISO 11690-2:1999 e UNI EN ISO 11690-3:2000, che includono raccomandazioni e consigli per progettare ambienti di lavoro a basso livello di rumore.
Indicazioni rumorosità nel manuale di istruzioni
Oltre alla necessità di fornire i risultati dei test di rumorosità nei documenti per l’accettazione del marchio CE, le indicazioni sul livello di impatto acustico dei macchinari devono essere riportate all’interno del manuale di istruzioni, da consegnare all’operatore per l’uso della macchina.
In che modo i dettagli sulla rumorosità vengono riportati all’interno del macchinario? Risponde a questa domanda il requisito 1.7.4.2 della Direttiva Macchine alla lettera “u”, che cita tutti i requisiti che il manuale d’uso deve contenere in merito all’emissione di rumore aereo del macchinario.
In particolare vanno indicati:
- il livello di pressione acustica nei posti di lavoro, qualora superasse i 70db(A);
- il livello di pressione acustica istantanea, qualora superasse i 63 Pa (130 dB rispetto a 2 μPa);
- il livello di potenza acustica, qualora il livello di pressione acustica superasse gli 80db(A).
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